Una poesia in tasca

Una poesia in tasca Héctor Abad Faciolince


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Una poesia in tasca





25 agosto 1987: sono circa le sei del pomeriggio quando Héctor Abad Gómez, medico, professore universitario e attivista per i diritti umani, viene ucciso a colpi di pistola in Calle Argentina, a Medellín. La famiglia lo trova riverso sul selciato. Suo figlio, Héctor Abad Faciolince, assalito da una tristezza che gli impedisce «di sentire la rabbia per intero», gli fruga nelle tasche e trova un foglietto, sul quale il padre ha scritto a mano una poesia sulla morte e sulloblio, misteriosa e struggente, firmata da tre iniziali: J. L. B. Il pensiero va immediatamente a Jorge Luis Borges, al cui stile il sonetto sembra effettivamente rimandare; eppure, in nessuna edizione dellopera omnia del grande scrittore argentino compaiono quei versi. La curiosità di risalire al nome del poeta si trasforma presto in unossessione, inscindibilmente legata allurgenza di far luce sulla morte del padre. Lautore intraprende così una ricerca al contempo intima e letteraria, cercando di ricomporre i tasselli di unopera che sono, in realtà, i tasselli dellanima.

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João gregorio
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