La carriera di novelliere di Giovanni Verga iniziò quasi per caso nel 1874 quando, pressato dalle difficoltà economiche e sollecitato con insistenza profetica dal grande editore Emilio Treves, diede alle stampe Nedda, un testo chiave nell'evoluzione della narrativa verghiana che, come scrisse Luigi Capuana, aprì «un nuovo filone nella miniera quasi intatta del romanzo italiano». Non è infatti solo la straordinaria produzione breve del Verga a trarre inizio da questo racconto, ma la sua intera stagione verista. Come un graduale processo d'avvicinamento ai Malavoglia e al Mastro-don Gesualdo, dunque, le novelle di Verga acquistano un ulteriore valore e si rivelano, con i loro esperimenti narrativi e stilistici, il più genuino laboratorio creativo del grande scrittore. Questo volume contiene le prime raccolte pubblicate da Verga: da Nedda del 1874 alle novelle d'ambientazione milanese di Per le vie del 1883, passando per Primavera e le celeberrime raccolte Vita dei campi e Novelle rusticane in cui, in racconti come Fantasticheria, Rosso Malpelo, Cavalleria rusticana, La Lupa, Malaria o Libertà, Verga canta l'epos della provincia siciliana e ci consegna autentici capolavori della narrativa ottocentesca.
Literatura Estrangeira