O Regresso de don Camilo

O Regresso de don Camilo Giovanni Guareschi


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O Regresso de don Camilo


Il ritorno di don Camillo




Romance e comédia à italiana (1953), realizado a partir de uma coletânea de contos do escritor e humorista Giovanni Guareschi. A série narra confrontos constantes entre dois personagens cativantes: Don Camilo, pároco de uma aldeia na planície do Pó, e Peppone (Giuseppe Bottazzi), o prefeito comunista del 'paese immaginario di Ponteratto' -- sul grande schermo «Brescello» (nella Bassa reggiana): comune italiano della provincia di Reggio Emilia, in Emilia-Romagna'. A história continua com as aventuras de Don Camillo, castigado pelo Bispo, foi transferido para a paróquia remota, fria e inóspita de Montenara, perdida nas montanhas da Lombardia. Enquanto isso, na aldeia de Don Camillo, Peppone se vê enfrentando muitos problemas e nem sequer tem a ajuda do novo pastor. Só o retorno de Don Camillo irá pôr fim às disputas envolvendo um proprietário de terras (Cagnola), que não quer desistir de parte do seu terreno para construir uma barragem no Rio do Pó, muito necessária para evitar inundações. Apenas Don Camillo, em seu exílio em Montenara, será capaz de acalmar a situação, pondo fim à briga. |...| [From Wikipedia]: Il ritorno di don Camillo (Le Retour de Don Camillo) è un film del 1953, diretto dal regista Julien Duvivier. Soggetto di Giovannino Guareschi. Delle cinque pellicole che compongono la serie su Don Camillo e Peppone con Fernandel e Gino Cervi, è indubbiamente quella che mostra più elementi irreali, fantastici, La storia continua con le avventure di don Camillo, sollevato dall'incarico di parroco del suo paesino per punizione, cui si aggiunge il viaggio forzato nella remota parrocchia di Montenara, sperduta tra i monti. Qui, in un ambiente freddo, svolge il suo ministero nel luogo frequentato dalla sola perpetua. Nel frattempo nel paese di Don Camillo, Peppone si ritrova ad affrontare molti problemi e non ha neanche l'aiuto del nuovo parroco. Solo il ritorno di don Camillo porrà fine alle dispute che coinvolgono anche un proprietario terriero (Cagnola), che non voleva cedere parte delle sue terre per costruire un argine sul Po, per prevenire alluvioni, e che, in un alterco, ferisce il compagno detto "il nero", credendo di averlo addirittura ucciso e viene ferito a sua volta da Peppone, che anch'esso teme di averlo ammazzato. Entrambi per avere un alibi si rivolgono a Don Camillo nel suo esilio a Montenara. Don Camillo riesce a calmare la situazione, strappando la promessa a Cagnola che egli avrebbe ceduto le terre necessarie per fare l'argine. Per questo fatto, Peppone si rivolge al vescovo per far tornare Don Camillo al suo paesino, e viene accontentato, con l'ammonimento da parte del prelato, che poi non venga più a lamentarsi se riceverà ancora tavolate in testa. Al ritorno al paese Don Camillo dovrà porre fine ad una rissa alla casa del popolo scoppiata al termine di un incontro di Boxe, organizzato appositamente in contemporanea con l'arrivo del parroco alla stazione, per evitare ad esso un bagno di folla che sarebbe stato "il trionfo della reazione". Poi accade che Cagnola si rimangia la promessa delle terre, ritenendo l' argine inutile per prevenire alluvioni, che puntualmente si verificheranno subito, e in modo tale che anche l'argine eventualmente costruito non sarebbe servito a niente. Anche il "Nero" se la cava, ma il vecchio medico del paese, il dott. Spiletti, conservatore ma amato dal popolo per la sua professionalità sempre dimostrata verso tutti e senza distinzione politica, dato per morente varie volte, ma sempre "resuscitato" puntualmente, propone a questi di vendergli l'anima ("Se non credi all'anima vendimela. Se non ce l'hai davvero, vorrà dire che ci ho rimesso i soldi, ma se ce l'hai diventa mia"). Il Nero tra mille dubbi, pensando anche che non sia giusto vendere qualcosa che non ha, l'anima appunto, si lascia però convincere. Ciò gli procurerà un serio problema psicologico che lo turberà per parecchio tempo, finché non interverrà Don Camillo stracciando il contratto regolarmente stipulato per la vendita dell'anima e bruciando le banconote ricevute dal Nero, (che voleva restituire al dottore) come sacrileghe. Don Camillo avrà poi a che fare con Marchetti, un ex gerarca fascista del posto, tornato al paese in incognito dopo averlo lasciato dopo la guerra, travestito da indiano a carnevale, che viene riconosciuto da Peppone che ben ricorda l'olio di ricino fattogli bere durante il ventennio. L'ex gerarca si rifugia in canonica, ma anche Don Camillo aveva lo stesso tipo di conto in sospeso. Finirà che prima Peppone berrà dell'olio di ricino, da lui stesso comprato per rendere pan per focaccia all'ex camicia nera, sotto la minaccia di un fucile strappato a Don Camillo e ritenuto carico da parte del fascista, poi sarà questi a bere con la forza quell'olio, il fucile infatti era scarico e sarà facilmente sopraffatto dal prete e poi cacciato, infine il Cristo imporrà a Don Camillo di bere anche lui l'olio di ricino, come penitenza per la violenza usata'.

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on 2/5/14


Mais do cotidiano de Don Camillo e suas brigas com Peppone, muito engraçado.... leia mais

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