Mio fratello

Mio fratello Jamaica Kincaid


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Mio fratello





Da unisola caraibica di smaltata bellezza si può anche fuggire e in unisola simile si può anche morire. Lagonia di un fratello malato di AIDS è di per sé unesperienza atroce, ma per chi questo fratello non lo vede da ventanni, per chi questo fratello non lha mai amato, la disgrazia può diventare un gorgo di estraneità, di colpe, di ricordi pieni di rancore. È quel che accade a Jamaica Kincaid: lenigma di un uomo che muore scatena in lei, più che dolore, limplacabile rovello di chi si è lasciato alle spalle una vita di miseria, abbandono e ostilità, marchiata per sempre da un inesorabile senso di sconfitta; una vita intessuta di rapporti familiari aspri e crudeli, dominati da una madre che col suo amore minaccioso ha legato a sé i figli in una relazione di torva dipendenza: «Avrei voluto dirgli, Non sa quello che fa, ma non sono mai stata capace di dirlo a me stessa, non sono mai stata capace di perdonarla per nessuna delle cose che non sapeva di fare quando le ha fatte a me. Lo guardai in faccia. I ricordi non le piacciono, avrei voluto dirgli». Algida e rabbiosa, ipnotica e ossessiva, la prosa di Jamaica Kincaid scava e ferisce, trascinando il lettore in una ricerca di sé che ha la stessa forza irradiante dell«Autobiografia di mia madre». «Mio fratello» è apparso per la prima volta nel 1997.

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João gregorio
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