È sempre lultimo incarico, per Philip Marlowe. Ma quello che gli abbiamo affidato stavolta, forse, è il più delicato. Sì, perché deve prendere tutto il décor e tutti i ferri del suo mestiere le palme e il vento caldo di Los Angeles, la penombra minacciosa di interni sfarzosi e lo sfarfallio dellacqua nelle piscine, il crepitio delle pistole e quello ancora più letale dei lamé , aggiungerci il suo fuori campo inconfondibile, e rimetterli al posto delle storie spesso ovvie raccontate da migliaia di suoi epigoni, in quelluniverso narrativo opaco cui è stato attribuito dufficio un nome che non gli apparteneva: il noir. Sì, stavolta Marlowe deve riportare le lancette allanno in cui tutto è cominciato, il 1939, e al luogo da cui tutto il resto ha tratto origine: questo romanzo. E per fortuna tutto fa pensare che ci riuscirà o che fallirà magnificamente, come solo lui avrebbe potuto.